mercoledì 29 settembre 2010

Vivi il Molise - La Cucina


Le Ricette Molisane: Lasagne al tartufo

400 g di semola di grano duro
q. b. di tartufo nero
4 uova
un cucchiaio d'olio extravergine d'oliva
q. b. di brodo di pollo
tartufo bianco a piacere
un'abbondante manciata di formaggio parmigiano grattugiato
q. b. di burro
q. b. di sale

Versate la farina sulla spianatoia, fate la fontana: nell'incavo battete il primo uovo con un pizzico di sale e un cucchiaio di olio ed iniziate ad intridere la farina con le dita.
Unite le altre uova, uno per volta, e per ultimo una grattata di tartufo, lavorando il composto.
Ammassatelo con molto olio di gomito, tenendo le mani chiuse a pugno, fino ad ottenere una "panetta" abbastanza consistente ed elastica.
Stendetela con il matterello sulla spianatoia ben infarinata, fino a ricavarne una sfoglia molto sottile. Fatela asciugare per pochi minuti, quindi, infarinatela, ripiegatela più volte su se stessa e, tagliatela a coltello della larghezza di un centimetro e mezzo. Allargate le "Laganelle", sulla spianatoia e fatele asciugare.
Intanto, ponete sul fuoco una pentola con abbondante brodo e portate a bollore: lessatevi le "Laganelle", scolatele al dente e, in una "spasa", conditele con burro formaggio ed un'abbondante pioggia dilamelle di tartufo bianco.

Il Tuber magnatum pico, meglio conosciuto come tartufo bianco o tartufo bianco di Alba, è reperibile in territorio molisano tra settembre e gennaio, nei terreni sabbiosi o argillosi degradanti nei valloni del Medio Molise, ai piedi di querce o pioppi, di cerri o noccioli.
Il tartufo bianco molisano possiede ottime qualità gastronomiche ed olfattive: ha profumo forte e non ama abbinarsi a sapori forti e decisi, perciò nella cucina molisana è utilizzato nei piatti semplici, in particolare sul pane e sulla pasta dai condimenti non troppo elaborati.
Il 13 Luglio, a Belmonte del Sannio, festa di Sant'Anacleto, patrono del Paese, è usanza mangiare le "Laganelle" fatte in casa e agnello alla brace. A Gildone, invece, festa di Sant'Antonio di Padova, durante la quale si portano in processione grosse forme di pane che, dopo essere stato benedetto, sono consumate in famiglia.




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