650 g di farina tipo 0
2,5 dl di acqua tiepida
25 grammi di lievito di birra
30 g di sale
300 g di olio di oliva extravergine
un pugno di finocchietto selvatico
Versate metà della farina in una capace ciotola, aggiungete il lievito di birra sciolto nell'acqua tiepida, mescolando fino ad ottenere un composto omogeneo.
Copritelo con un telo pulito e lasciatelo lievitare per circa 12 ore.
Trascorso il tempo necessario, versate la restante farina sulla spianatoia, fate la fontana e aggiungete il composto lievitato, l'olio, il sale e la giusta quantità di semi di finocchioetto selvatico. Incorporate tutti gli ingredienti e lavorate il composto; da esso tagliate tanti pezzi, rotolateli uno per volta sulla spianatoia, fino a formare dei cilindri della lunghezza di circa 50 centimetri. Ripiegateli in due, attorcigliateli e formate il tarallo, unendo le due estremitá.
Quando avrete esaurito la pasta, allineate i taralli sulla spianatoia e fateli crescere in un posto riparato, per il tempo necessario. Raggiunta la giusta lievitazione, ponete sul fuoco un caldaio con abbondante acqua e portate a bollore; immergetevi delicatamente i taralli e, appena verranno a galla, estraeteli con la schiumarola e metteteli ad asciugare su un telo pulito per circa 3 ore.
Fate cuocere i taralli in forno preriscaldato a 190°, fino a quando saranno dorati; fateli raffreddare e gustateli subito, come più vi piace, o conservateli in scatole di latta, da cui il nome "Vescòttera", vi accompagneranno piacevolmente durante il giorno.
" L'eccezionale versatilità di questi biscotti ne fa una presenza quotidiana sulla tavola dei venafrani. Sono presenti in tutte le feste. A simbolo di abbondanza, venivano distribuiti ed offerti nelle ricorrenze; nei matrimoni si lanciavano dai balconi della casa della sposa con confetti e monete."
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