martedì 16 novembre 2010

Paolo Menon: Museo d’Arte Contemporanea Remo Bianco in Franciacorta




Testo introduttivo  in catalogo dei Fratelli Bozza,
 titolari delle Tenute La Montina

Sulla parete, sopra il caminetto del nostro ufficio di presidenza, campeggia una retrotela di Paolo Menon dal titolo «Questo non è un abate» con cui l’artista omaggia sia la genialità enologica di Dom Pérignon sia il surreale titolo-rebus «Ceci n’est pas une pipe» del celebre dipinto magrittiano. Ai lati della retrotela i ritratti pittorici dei fondatori delle Tenute La Montina: non per caso. Pensiamo, infatti, che l’omaggio di Menon al genio delle bollicine francesi, meritasse un posto d’onore nella nostra azienda franciacortina per ricordarci quotidianamente che c’è sempre da imparare da chi ha più esperienza di noi per migliorare le qualità del vino e accrescere i saperi. Un monito d’arte vivificante.
E’ pertanto con sincera amicizia e gratitudine che vogliamo dedicare gli spazi espositivi del Museo d’arte contemporanea Remo Bianco in Franciacorta alla personale di Paolo Menon, artefice della nostra nuova immagine e autore della nuova bottiglia con cui celebriamo quest’anno il Ventennale (1990-2010) delle Tenute La Montina.
Il titolo in greco antico della mostra, «Oinòdes» – «che sa di vino» –, la dice lunga sui contenuti scultorei che richiamano i personaggi della mitologia ellenica, le politiche legate al bere, gli oggetti liturgici per il culto cristiano e, dulcis in fundo, i piaceri dell’eros sollecitato dal vino buono. Tanti motivi per un percorso conoscitivo e ricognitivo davvero originale, dedicato al pubblico, a tutto il pubblico che apprezza il Franciacorta e che onora quotidianamente con le sue visite la nostra Cantina; un percorso dedicato agli artisti, alle personalità del mondo scientifico e culturale, politico e religioso che amano la bellezza e le bellezze del nostro territorio.



Testo in catalogo di Maurizio Bernardelli Curuz
Critico d’arte, direttore del periodico «Stile Arte» e direttore artistico
della Fondazione Musei Brescia

C’è un’eco di antichi canti diretti dai tirsi; c’è la danza della vite, avviluppata al cuore delle opere di Paolo Menon; un’eco lontana di valli silenti, di passi nel bosco, e file di baccanti che percorrono il crinale di un monte, lievi, col volto arrossato, le mani candide, i pepli che ondeggiano al vento. E’ un’aria d’altro luogo, che svela l’archetipo del motore del mondo, il suo meccanismo di carne, di terra, di vino e di sole nel crogiolo della perpetuazione dell’Essere.
Le tele scultoree dell’artista hanno la forza dirompente di una punta d’oro lanciata vigorosamente da un braccio eroico per lacerare il velo del moderno, per condurre lo spettatore non tanto nel cuore enoico del mondo, ma al cospetto dell’Es dell’universo, nel gorgo del desiderio istintivo, in cui sobbolle la continuità del mondo stesso, in cui avvengono metamorfosi ovidiane. Sicché è possibile immaginare, grazie alla suggestione indotta dalle composizioni, a quel suo pulsare vivido, profondo; quel movimento dell’otre sul carro del suscitator de’ vini, quell’ondeggiare che diviene danza e movimento pelvico. Propiziatore di dolci connubi – Sine Baccho e Cerere friget Venus, senza vino e senza pane neppure la potentissima Venere è in grado di accendere il fuoco del’amore – Bacco-Dioniso è dotato di una fiamma che non si spegne perché è essa stessa liquido e fuoco.
Menon è un artista dotato di un ampio retroterra-intellettuale, che risulta ben evidente nella geografia delle proprie realizzazioni espressive. E’ ben chiara la sua frequentazione dell’archetipo, il viaggio condotto accanto al giovane dissennato creatore dei vini e delle delizie; e la conoscenza – letteraria, filosofica, mitica – di quella euforia lieve e gioiosa provocata dalla coppa rituale, che l’artista piega, torce, quanto pampini voraci, attorno alle proprie opere, che si materializzano come teatrini nel retro della tela. Ecco lo svelarsi dell’arcano, dell’angolo oscuro. Menon coglie Dioniso nell’alterità, nell’altra faccia del mondo, al di là della coperta apollinea. Al di là della facciata scontata delle apparenze. Un lato nascosto – il retro – sul quale si avvinghiano la vera pulsione e la vera passione.
Un risultato al quale l’artista perviene dopo un lungo periodo di ricerca e di contestualizzazione del mito, del suo apparire e scomparire, come un filo rosso di sangue e di vino, nella cultura dell’occidente, fino a lambire il cristianesimo che celebra il sacrificio attraverso i due elementi collegati. L’opera di Menon diviene allora un coinvolgente viaggio in una sacralità che preesiste al mondo e che si muove con i passi felpati della pantera di Dioniso. Vita, morte e mistero.
Con grande equilibrio dei volumi e indubbie capacità compositive, l’artista ci conduce in luoghi lontani nel tempo e nello spazio, che riconosciamo comunque come lacerti di paesaggi mitici dissepolti dalla memoria collettiva, risvegliando in noi un senso di contemplazione estatica al cospetto di una sacralità così vigorosa – eppure nascosta – che può indurre persino un senso di panico. Ma il corpus delle realizzazioni dell’artista s’irrora in modo compensativo di vino pulsante che sembra pervadere le tele. Un liquido che riscalda il cuore, ritempra le membra, riconferisce energia vitale. Dalle installazioni ai dipinti, dalle opere di pittura e scultura ai sacrali calici enoici, Menon dà ragione di questo slancio vitale, che egli ottiene attraverso lavorazioni rastremate e dinamiche, come stoffe mosse dalla velocità dell’incedere o da un soffio di vento che emerge dalle caverne più profonde in cui il mito canta e ruggisce.
Il canto e il ruggito percorrono ogni suo lavoro, suadente e terrifico, punto d’incontro tra i misteri della vita e i misteri della morte. Fino a che il vino diviene compartecipazione alla vita eterna, il tiepido innalzarsi verso il cielo, verso l’eterno ritorno. (MBC)

  
PAOLO MENON
Paolo Menon nasce a Villanova del Ghebbo (Rovigo) nel 1950. E’ graphic designer e giornalista, scultore e saggista d’arte enoica. Fa parte degli artisti del Museo della Permanente di Milano. La sua Musa ispiratrice è attratta dal nettare di Dioniso e non ne fa mistero. Anzi, ne traccia spesso il profilo poetico e mitologico trasponendolo nella quotidianità del suo poliedrico lavoro. E’ invitato a presentare i suoi studi di grafica nel 1972 alla prima Biennale d’Arte pubblicitaria di Roma. Espone le sue prime tele alla Galleria La Conca di Milano nel 1976 e nel 2004 alcune «retrotele con tecnica dichiaratamente dadaista» alla Columbia University di New York dove presenta inoltre i suoi due volumi Per vino e per segno – Le più belle etichette d’autore vestono il vino italiano per i tipi del Centro Diffusione Arte di Milano. «Ma il dadaismo di Menon», scrive Martina Corgnati, «non è corrosivo come quello di Tzarà e colleghi, piuttosto è sorgente di eleganza ed elasticità».
Con la personale Dei Tirsi divini – Rilievi di luce bronzea nel tempio onirico di Dioniso di Valdobbiadene (Treviso) nel 2006, Menon ripropone alcune figure del mito enoico in bronzo o simulandolo con «patine contemporanee di realismi virtuali» su terracotta e su supporti polimaterici provocando un «garbato disorientamento in chi li consideri nella loro sostanza o non si fermi al ritmo della composizione», come osserva Umberto Gavinelli.
Menon è giornalista professionista dal 1982, quindi Art director di prestigiosi settimanali e mensili degli anni Ottanta. Decine di progetti grafici portano la sua firma negli anni Novanta. Fonda e dirige periodici di nicchia (equitazione, life style e vita in campagna) «con l’eleganza grafica», a detta degli esperti di settore, «e l’originalità di un maestro della comunicazione visiva che gli sono proprie».
Dopo aver viaggiato l’Europa, i Paesi Arabi e importanti città degli Stati Uniti, nel 1990 si trasferisce da Milano a Perego, in alta Brianza, dove attualmente risiede e lavora.
Hanno scritto di lui i critici d’arte: Martina Corgnati, Marina Mojana, Giorgio Falossi, Umberto Gavinelli, Luciano Caprile, Maurizio Bernardelli Curuz, il filosofo delle religioni Gaspare Mura, il filosofo-artista Mario Borgese, oltre a personaggi della cultura, scrittori e giornalisti.

Studio: Perego, Lecco, Via Trieste, 35 - Web: www.paolomenon.com - Mail: info@paolomenon.it
  

Per informazioni:
Museo d’Arte Contemporanea Remo Bianco in Franciacorta
via Baiana, 17 - 25040 Monticelli Brusati (Bs) -  www.remobianco.com - Tel. 0039 030653278

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