venerdì 28 gennaio 2011

Le Ricette Molisane: "Peparulesse alla candra"


"Peparulesse" a piacere
q. b. di aceto di vino bianco

Per questa preparazione occorre una quantità di "peparulesse", sode ed integre, proporzionata alla grandezza della "candra". Lavate le "peparullesse, asciugatele e sistematele intere nella "candra", avendo l'accortezza di non lasciare spazi vuoti.
Ponete sul fuoco una pentola con uguale quantità di acqua ed aceto, portate a bollore e versate il liquido sulle "peparulesse", fino a ricoprirle.
Chiudete con un coperchio e, nei giorni successivi, controllate il livello del liquido e, se necessario, aggiungete aceto puro e
conservate la "candra" in luogo fresco .

Le "peparulesse" sono particolari peperoni rossi, dalla forma rotonda, meglio conosciuti come peperoni a ciliegia che, in prevalenza, vengono conservati per l'inverno quando, debitamente "spurgati" in acqua corrente e privati dei piccioli e dei semi, vengono utilizzati in diverse preparazioni.
A San Martino in Pensilis, la "candra" accoglie una grande varietà di frutti, dalle fave alle pesche, dalle cipolline al melone, dai lamponi a quanto di meglio la campagna offre. Il tutto coperto di aceto di vino bianco.
"'A cumposta" era una riserva alimentare per tutta la famiglia: i frutti in essa conservati, all'occorrenza, erano utilizzati per accompagnare gli antipasti delle grandi occasioni o per sgrassare la carne di maiale ma, quasi sempre, per contornare ed arricchire di sapore i grandi ruoti di baccalà cotto sotto la "coppa".
A Macchiagodena, il giorno dell'uccisione del maiale era tradizione "pescare" nella "candra" o dalla "runcella", recipiente di terracotta smaltata, panciuto e dalla bocca stretta, le "peparulesse" necessarie a preparare il condimento per la polenta, con un soffritto di ventresca e cipolla.
http://www.moliseturismo.eu

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