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lunedì 28 febbraio 2011
Notte
possa esserti venuto in mente di fare questa cosa!
Qui siamo sempre alle
solite! Ogni notte te ne vai per poi tornare il giorno dopo come se nulla fosse!
Veramente non riesco a capire dove te ne vai...gironzoli con il favore
delle tenebre. Mi sembri un lupo mannaro o sei semplicemente un adoratore delle stelle?
...speriamo non delle lucciole...perché altrimenti non saprei proprio regolarmi con te.
A questo punto mi chiedo perché viviamo assieme. Riusciamo ad incontrarci solo qualche minuto prima dell'alba e anche il mio amore incomincia a vacillare...non era questo che volevo quando ti ho chiesto di venire ad abitare qui!
...vampiro...
sabato 26 febbraio 2011
Imparare l'inglese divertendosi
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7 twin sister of Apollo
8 part of a tree
9 explosion
12 modernise
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21 stimulated
22 mythical giant
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Down:
1 disconnect
2 parlance
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10 Midlands river
11 fury
13 messenger
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18 smallest of a litter
19 sunrise
20 London district
Solutions. Across: 1subject 4reply 7Artemis 8Trunk 9report 12renovate 15 evidence 17remiss 18ruled 21aroused 22Titan 23orderly
Down: 1separate 2Jargon 3tomb 4Rust 5popular 6York 10trend 11anger 13emissary 14violent 16impede 18runt 19dawn 20Soho.
venerdì 25 febbraio 2011
Le Ricette Molisane: Ragù di Pescatrice all'uso termolese
un'abbondante manciata di mollica di pane casereccio raffermo
2 uova
100 g di formaggio pecorino e parmigiano grattugiati
50 g di prosciutto in una sola fetta
un di olio extravergine di oliva
un dl di vino bianco secco
un l di salsa di pomodoro
mezza cipolla
un ciuffo di prezzemolo
uno spicchio di aglio
un peperoncino piccante
grani di pepe bianco
q. b. di sale
Pulite la pescatrice delicatamente, cercando di praticare un'apertura, la più piccola possibile, per estrarre le interiora, lavatela e fatela sgocciolare. Intanto, in una ciotola, sbriciolate la mollica di pane ed amalgamatela con le uova; aggiungete il prosciutto tagliato a listarelle, il formaggio, un trito finissimo di aglio e prezzemolo e, se vi piace, alcune scaglie di mandorle. Insaporite di sale e di pepe macinato al momento ed amalgamate il composto.
Riempite la pescatrice, in precedenza salata internamente, e cucite l'apertura.
Versate l'olio in una "tiella" di terracotta bassa e sufficientemente larga e fatelo soffriggere dolcemente con un trito di cipolla e prezzemolo, quindi adagiatevi la pescatrice e fatela rosolare dolcemente, bagnandola di tanto in tanto con un po' di vino.
Quando sarà del tutto evaporato, unite la salsa ed un pizzico di peperoncino; insaporite di sale e fate cuocere a fuoco moderato per circa un'ora, aggiungendo un po' di acqua, se necessaria.
Il "Ragù di pescatrice", a Termoli è utilizzato per condire i "Fusilli", preparati con gli ingredienti e secondo il procedimento indicati nella ricetta "Droqe di Montecilfone". Lessate i "Fusilli", scolateli al dente e versateli direttamente nella "tiella" del ragù, da cui avrete tolto delicatamente la pescatrice. Mescolateli e fateli insaporiti per qualche minuto sul fuoco, quindi serviteli nello stesso tegame di cottura, spolverizzati con un trito finissimo di prezzemolo.
Fusilli e pescatrice, un primo superbo, seguito da un secondo in cui gli ingredienti del ripieno assumono i sapori e gli umori del pesce.
http://www.moliseturismo.eu/web/turismo/turismo.nsf/0/A37EA42B2E01930EC12575D8002BD48C?OpenDocument
giovedì 24 febbraio 2011
Le Ricette Molisane: zuppa di pesce alla termolese
cozze e vongole a piacere
800 g di pomodori maturi
1,5 dl di olio di oliva extravergine
un ciuffo di prezzemolo
uno spicchio di aglio
mezzo peperone verde
q. b. di sale
fette di pane casereccio a piacere
Versate l'olio in un tegame di terracotta; aggiungete i pomodori, lavati pelati e sfilettati, l'aglio privato della camicia, il prezzemolo tritato finemente ed il peperone tagliato a listarelle sottilissime. Fate cuocere tutto insieme per circa 15 minuti.
Coprite il fondo di un altro tegame di terracotta, basso e largo, con qualche mestolo del pomodoro già preparato. Su di esso, allineate il pesce pulito e lavato accuratamente: cominciate con le cicale e gli scampi, proseguite con gli scorfani e i testoni; versate qualche mestolo di pomodoro e continuate con le triglie, i merluzzetti e le orate. Terminate con i calamari, le cozze e le vongole; aggiungete il pomodoro rimasto, coprite il tegame e fate cuocere, a fuoco lento, per circa 30 minuti.
A fine cottura, cospargete di prezzemolo tritato e portate in tavola la zuppa fumante, accompagnata da fette di pane casereccio, in precedenza, abbrustolite.
http://www.moliseturismo.eu/web/turismo/turismo.nsf/0/A37EA42B2E01930EC12575D8002BD48C?OpenDocument
mercoledì 23 febbraio 2011
Tramonto
Tutto appare diverso, la metamorfosi della natura.
Serenità, gioia, pace, i sentimenti del momento.
Vorrei non finisse mai la sensazione del perdermi nelle sfumature...
Ogni giorno assisto, ogni giorno come la prima volta...
Non mi stanco mai di guardare. Cerco di carpire qualche segreto al paesaggio che si mostra mutato.
Poi un bagliore...proprio nell'istante in cui il sole si inabissa all'orizzonte...un flash, un saluto...ci sarò il dì dopo e poi ancora...
martedì 22 febbraio 2011
Torta di frutta fresca
Per la guarnizione: frutta fresca a piacere, gelatina q.b.
Per la crema: 4 tuorli,
130 gocce Dietor liquido (circa 1 cucchiaio e mezzo),
50 gr farina,
aroma vanillina q.b.,
1/2 litro di latte.
Portare ad ebollizione il latte, nel frattempo mescolare il restante degli ingredienti, versare il latte e riportare sul fuoco per qualche minuto.
Per la base: 2 tuorli,
130 gocce di Dietor liquido (circa 1 cucchiaio e mezzo),
2 albumi montati a neve,
aroma vanillina q.b.,
1/2 bustina di lievito,
2 cucchiai di fecola.
Unire il tutto avendo cura di tenere per ultimi gli albumi.
Deporre il composto ottenuto in teglia imburrata e leggermente infarinata.
Cuocete in forno ventilato a 180° per 10 minuti.
Procedete alla preparazione come per una normale crostata di frutta.
www.dietor.it
lunedì 21 febbraio 2011
Cake di segale (con marmellata di arance e noci)
http://iocomesono-pippi.blogspot.com
Come la chiamate voi quella cosa che vi entra dagli occhi e arriva, attraverso la gola ‘arsa’, fino al cuore facendolo sobbalzare? Che poi dal petto scende ancor più giù, fino allo stomaco ‘chiudendolo’ come in una morsa? Come la chiamate voi quella ‘cosa’ che poi sguscia di nuovo fuori attraverso gli occhi rendendoli a volte lucidi di gioia, a volte di delusione?
Io non so dargli un nome.
So solo che a tratti non mi piace. Mi rende troppo vulnerabile e insinua dentro di me aspettative non realistiche di cui adesso non ho proprio bisogno, come quando aspetti invano una mano tesa, senza capire che chi non è capace di starti vicino nei momenti bui, non merita di starti vicino mai.
A volte basta un piccolo gesto, niente di eclatante.
Per fortuna ho le amiche, amiche di sempre, amiche nuove, amiche ritrovate.
Ieri sera, sedute attorno al tavolo di marmo in quel piccolo ristorantino rumoroso, le guardavo come rapita: parlavano, ridevano, gesticolavano, come solo le donne sanno fare. Guardavo i loro occhi… occhi grandi e profondi ma oggi gonfi di lacrime trattenute per un amore finito da poco, occhi languidi e splendenti per un amore appena cominciato e così pieno di promesse, occhi sereni e placidi per un amore solido che ‘conoscono’ da molto tempo, occhi vivaci e acuti che hanno superato dolori importanti conquistando una lucentezza rinnovata. E poi c’ero io….. che mangiavo una polpetta enorme, morbida, consolatrice.
Io che guardavo queste donne per come sono ‘belle’, queste donne così diverse tra loro ma così squisitamente simili nella loro capacità di amare con infinita tenerezza e di struggersi l’una per l’altra, queste donne sempre pronte a risalire la china mettendosi in gioco in tutto e per tutto.
Mi sono accorta che avevo proprio bisogno di loro, della loro mano tesa che ho afferrato al volo e ho stretto forte, forte, nella mia…..
Grazie :-)
Ci vuole una cosa dolce stasera.
Ho aperto ancora una volta il libro delle meraviglie “Cakes Dolci e Salati” di Ilona Chovancova – Guido Tommasi Editore.
Ingredienti:
180 gr farina di segale
3 uova
100 gr di zucchero di canna
150 gr di burro fuso
4 cucchiai abbondanti di marmellata di arance
1 manciata di noci tritate
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Procedimento:
1) in una ciotola sbattete le uova con un pizzico di sale e lo zucchero di canna fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
2) aggiungete la farina setacciata, il burro fuso raffreddato e le noci tritate continuando a mescolare con una frusta.
3) Aggiungete la marmellata e il lievito per dolci e riempite uno stampo da plum cake imburrato e infarinato.
4) infornate a forno caldo a 180° per circa 30 minuti.
E’ un cake particolarmente profumato, con quel binomio tra farina di segale e marmellata di arance che conquista subito.
Non è particolarmente dolce ma morbido e umido al punto giusto che si lascia mangiare piacevolmente.
E’ stato un week end intenso perchè fatto di tante cose molto diverse tra loro: di una fermata del treno persa perchè troppo intenta a chiacchierare con la mia compagna di viaggio…..(scusami ancora Luigi per avermi dovuto rincorrere tra le colline aretine), di un pomeriggio trascorso in piacevole compagnia di ‘amici’ per i quali ho cucinato divertendomi (grazie), di una serata ‘densa’ di tutto, compresa la premiazione del vincitore del Festival di Sanremo, di una passeggiata, stamattina, in solitaria, tra le vie del centro di Arezzo, fresca e rigenerante….dove ho ‘scoperto’ che la sincerità e non la vaghezza sono le cose di cui ho bisogno, di una cioccolata calda profumata all’arancia per volermi un pò più bene del solito, di un viaggio di ritorno in treno in cui, come in un film a ritroso, ho rivisto tutte queste cose e tante, tante altre, accadute in questi ultimi, stranissimi dieci giorni.
Un abbraccio a chi mi segue
a chi sente di volermi bene
e a chi, ancora, non sa cosa pensare di me
:-)
Alla prossima
la vostra
Pippi
:-)
venerdì 18 febbraio 2011
Le Ricette Molisane: "Panonta" di Miranda
8 uova
4 "cacchi" di salsiccia di maiale fresca
4 fette di ventresca di maiale fresca
4 peperoni rossi
4 cucchiai di pecorino grattugiato
un dl di olio extra di oliva vergine
un ciuffo di prezzemolo
uno spicchio di aglio
q. b. di sale.
Versate metà dell'olio in una padella, aggiungete la salsiccia a piccoli pezzi, un bicchiere di acqua e fate cuocere, a fuoco lento.
Lavate i peperoni, asciugateli, tagliateli a striscioline e friggeteli in abbondante olio, con l'aggiunta di uno spicchio di aglio. Estraeteli dall'olio e uniteli alla ventresca, tagliata a listarelle lunghe e sottili, in precedenza fatta rosolare in una padella con un filo di olio.
In una capace terrina, battere le uova, unite il formaggio, un trito di prezzemolo e un pizzico di sale.
Versate l'olio restante in una padella che abbia le stesse dimensioni della pagnotta di pane, portatelo alla giusta temperatura e versatevi il composto di uova, mescolando fino a quando il tutto sarà rappreso. Fate cuocere la frittata da entrambi i lati e, appena si sarà formata una crosticina dorata, toglietela dal fuoco e tenetela da parte, in caldo.
Tagliate la pagnotta orizzontalmente in 4 dischi di eguale spessore e farcitela a strati: disponete sul primo, partendo dalla base, la frittata, sul secondo la salsiccia a rondelle con il suo condimento, sul terzo i peperoni e la pancetta. Ricomponete la pagnotta ed avvolgetela con un telo pulito. Il giorno seguente, tagliatela a spicchi e gustatela.
Preparate questa particolare "Panonta", la sera precedente al suo utilizzo, in modo che il pane possa assorbire gli umori ed i profumi dei diversi ingredienti.
A Miranda, un tempo, costituiva " la colazione offerta ai braccianti agricoli, riuniti in occasione dei raccolti e ora realizzata, come rituale preparazione familiare, per la festa estiva di Santa Lucia".
http://www.moliseturismo.eu
giovedì 17 febbraio 2011
Le Ricette Molisane: "Capunata cambuasciana"
q. b. di aceto di vino bianco
2 uova sode
4 pomodori ben sodi
un cetriolo
olive verdi e nere a piacere
un grosso peperone dolce e carnoso
100 g di alici salate
2 spicchi d'aglio
2 coste di sedano
un pizzico di origano
un dl di olio d'oliva extravergine
q. b. di sale
Dissalate e diliscate le acciughe sotto acqua corrente fredda, lavatele, mettetele in una ciotola e tenetele, per 10 minuti, immerse nell'aceto.
Trascorso il tempo necessario, asciugate i filetti di acciuga con un canovaccio pulito e disponeteli in un piatto: condite con abbondante olio cui, in precedenza, avrete aggiunto uno spicchio di aglio schiacciato e, se vi piace, un po' di peperoncino piccante.
Bagnare leggermente in acqua salata i taralli, spruzzateli di aceto e fateli asciugare per cinque minuti su un canovaccio pulito.
Lavate pomodori, sedano, peperoni e cetrioli, tagliateli grossolanamente e, in una ciotola, condite con olio origano ed un pizzico di sale, mescolate e versate sui taralli disposti su un piatto da portata.
Aggiungete spicchi di uova sode alici ed olive, irrorate di olio e fate insaporire la "Capunata" per circa mezz'ora in frigorifero.
Il 27 Agosto, a San Giovanni in Galdo, si svolge la "Sagra della Capunata". Una sagra legata ai valori del pane ed alle tradizioni, in particolare, a quelle di Campobasso, dove la "Capunata", ancora oggi, è uno dei piatti rappresentativi della gastronomia locale, in particolare della trattoria di "Aciniello" a Fossato Cupo.
La "Capunata" è un piatto estivo, che coniuga sapientemente gli ingredienti, i sapori ed i colori dell'estate con il tradizionale tarallo, il grosso biscotto di semola di grano duro intriso di acqua ed aceto, sapientemente dosati. La "Caponata" potrebbe rappresentare il punto di partenza di un percorso alla ricerca di un'identità culturale, in fatto di alimentazione e di gastronomia, e delle tante risorse ancora poco conosciute. Un percorso, fuori dall'usuale, attraverso trattorie cantine e forni, rispolverando la memoria delle donne anziane, pescando nella rete dei ricordi e dei segreti.
I taralli partecipano anche della vita religiosa: sono parte integrante del "Giglio di Sant'Anna", il carro pieno di biscotti e vino paesano che, per tradizione, si apparecchia a Campolieto, il 26 luglio, in occasione della festività della Santa.
http://www.moliseturismo.eu
mercoledì 16 febbraio 2011
Le Ricette Molisane: "U Ciambutte" termolese
un bicchiere d'olio d'oliva extravergine
una cipolla
un ciuffo di prezzemolo e basilico
un peperone verde
400 g di pomodori freschi e maturi
4 fette di pane casereccio
Pulite il pesce, lavatelo e fatelo sgocciolare.
Versate l'olio in una "tiella" di terracotta bassa e larga, aggiungete cipolla peperone e pomodori in precedenza puliti lavati e tagliati grossolanamente.
Aggiungete in un unico strato il pesce, salate, spolverizzate con un trito di prezzemolo e basilico e fate cuocere a calore dolce per il tempo necessario.
Disponete le fette di pane nei piatti individuali o sul fondo di una spasa, versatevi il brodetto ed adagiatevi delicatamente il pesce senza farlo rompere.
Fate insaporire qualche minuto e gustate questa preparazione lineare e semplice, che coniuga il sempre riuscito matrimonio tra i prodotti della terra con quelli marini.
'U ciambutte era il brodetto invernale dei pescatori termolesi, preparato con ingredienti semplici e genuini: i moscardini, le occhialine, le trigliette e tutto quel pesce che veniva essiccato al sole durante l'estate e che costituiva la base di questa pietanza, meravigliosa e singolare, quando le barche non potevano uscire e rimanevano in secca. I pesci, ammollati nell'acqua per diverse ore venivano, poi, cotti in un brodetto d'olio pomodori maturi cipolla e peperoni verdi. 'U ciambutte, profumato di mare e basilico, era versato su fette di pane casereccio disposte nella "spaselella", che ne assorbivano umori e profumi, allo stesso modo del Ciambutte realizzato con gli ortaggi del Pantano.
Gustare le due versioni, l'una marinara e l'altra ortolana, è un modo per ripercorrere l'antico connubio mare- terra, che connota la cucina termolese. Una cucina capace di suscitare antiche emozioni e far rivivere lontani sapori e, non solo nella memoria.
http://www.moliseturismo.eu
martedì 15 febbraio 2011
Crema al Grand Marnier con gocce di cioccolato
6 tuorli,
1 bicchiere di spremuta di arancio,
1 bicchiere di Grand Marnier,
180 gocce di Dietor liquido (circa due cucchiai),
60 gr di gocce di cioccolato,
100 gr di panna montata.
Mettete in un'apposita pentola i tuorli, la spremuta, il Grand Marnier, il Dietor, e cuocete a bagno maria fino ad ottenere una crema omogenea.
Raffreddare, unire la panna, la cioccolata. Mettere nelle coppette e servire a freddo
www.dietor.it
lunedì 14 febbraio 2011
Le Ricette Molisane: "U Bredette" termolese di Tornola
500 g di pomodori pelatiun ciuffo di prezzemolo e di basilico
2 spicchi di aglio
un peperone verde
un peperoncino piccante
un dl di olio di oliva extravergine
q. b. di sale
fette di pane casereccio raffermo abbrustolite a piacere
Pulite il pesce, lavatelo e fatelo sgocciolare in uno scolapasta. Fate spurgare le vongole in un recipiente con acqua e sale; spazzolate le cozze, eliminate il tabacco e lavatele bene.
Versate l'olio nel fondo di una teglia di terracotta, aggiungete gli spicchi d'aglio e fate soffriggere per meno di un minuto.
Unite i pomodori lavati pelati e schiacciati, un ciuffetto di prezzemolo e basilico tritati a mano, mezzo peperone e un pezzetto di peperoncino piccante.
Aggiungete i cro-stacei ed i molluschi e fate cuocere per circa 5 minuti, quindi unite gli altri pesci, secondo il tempo di cottura di ciascuno e, per ultimo le vongole e le cozze. Lasciate cuo-cere, per una decina di minuti, aggiungendo un poco di acqua calda.
Portate in tavola "'U bredette" nello stesso tegame di cottura, lasciando a cia-scun commensale il piacere di servirsi da solo, e gustatelo intingendo nel sughetto le fette di pane, che assorbiranno profumi e sapori.
Il brodetto, piatto forte della cucina marinara termolese, è l'esaltazione di un'antica abilità cucinaria, che accomuna tutti i paesi marinari, anche se con risultati diversi. Il brodetto termolese si caratterizza per la varietà di pesci utilizzati, diversi da stagione a stagione, e per il tocco in più conferito al piatto dal peperone verde, fresco e piccante al punto giusto. Un sapore particolare, capace di accelerare le vibrazioni del gusto.
"L'origine del Brodetto termolese di Tornola si perde nella memoria. Sicuramente, scandì il vivere quotidiano d'intere generazioni di pescatori termolesi, che vivevano nel centro storico, dediti soprat-tutto alla pesca ed alla coltivazione dei terreni sabbiosi, poco distanti dal mare e dalla foce dei Biferno.
Il Brodetto era il loro pasto serale dei pescatori che, al tramonto, scesi dalle paranze, tornavano a casa con la "scafetta", la loro porzione di pescato ricavata dalla cernita del pesce migliore, destinato alle tavole dei signori.
Il brodetto è una commistione di sapori marini e terragni, di profumi, di colori. Un incantesimo, il cui ricordo resta nel cuore e nella mente".
http://www.moliseturismo.eu/web/turismo/turismo.nsf/0/A37EA42B2E01930EC12575D8002BD48C?OpenDocument
domenica 13 febbraio 2011
Marmellata di arance (da Corigliano Calabro)
http://iocomesono-pippi.blogspot.com
Anche se oggi qui piove, il sole l’ho dentro di me.
Nuove cose, sempre più incredibili, stanno accadendo nella mia vita. Dove mi porteranno?
E’ come stare dentro una grossa scatola piena di cose, oltre me, e qualcuno da fuori che la sballotta di qui e di là. Se la apri, esco fuori io completamente stordita …. ma felice.
Queste emozioni forti si intrecciano sempre, però, ad una buone dose di paura e insicurezza che mai mi abbandonano e che neanche la stima e l’affetto dei miei amici riescono ad allontanare completamente. Stamattina, per esempio, ho provato la stranissima sensazione di essere osservata in modo un pò insolito, per me. Ho subito pensato di avere qualcosa di storto….un baffo nel trucco, una calza sfilata, il vestito scucito, un terribile brufoletto da tarda età…. mi sono passata in rassegna …. ma in realtà non c’era proprio niente che non andava… niente che fosse fuori posto …… ho alzato gli occhi allora per capire e quegli occhi mi sorridevano senza abbandonarmi un solo istante (che imbarazzo)….. c’era della ‘curiosità’ in quello sguardo, a cui non sono proprio abituata ….. :-)
Bhè stamattina, evidentemente, non ero ‘invisibile’ ;-)
Ma torniamo al sole. Il sole me lo ha regalato Alfonso di Vincenzo, un amico di ‘fotografia’ che ha una bellissima azienda agricola a Corigliano Calabro
e che avendo saputo della mia passione per le marmellate è stato così gentile da regalarmi 22 chili di meravigliose e succosissime arance biologiche tarocco!
La ricetta è semplice ma necessita di un pò di pazienza nella sua realizzazione.
Ingredienti :
10 kg di arance biologiche
6 kg di zucchero semolato
il succo di 4 limoni
2 bicchieri di whisky
Procedimento:
Lavate e asciugate bene le vostre arance e con un coltellino ben affilato o un pelapatate togliete la buccia senza prendere la parte bianca.
Con i rebbi di una forchetta bucherellate la superficie delle arance
che metterete poi in un recipiente immerse in acqua fredda che cambierete ogni 24 ore per tre giorni.
Le buccine le taglierete a striscioline sottili o a quadratini e le riporrete in frigorifero chiuse in un contenitore ermetico.
trascorsi i tre giorni di ammollo togliete alle arance la parte bianca che verrà via con fracilità
tagliatele a pezzetti e metteteli in una casseruola di acciaio.
Portate a bollore e cuocete per una mezz’oretta in modo che evapori anche un pò del liquido della frutta, poi aggiungete le scorzette e riportate a bollore.
A questo punto aggiungete lo zucchero molto delicatamente, continuando a mescolare con un cucchiaio di legno. Da quando ricomincia il bollore contate circa un’ora di cottura a fuoco moderato avendo cura di togliere la schiuma che si forma in superficie. Quando arriverà alla giusta consistenza (fate la prova del piattino) aggiungete il succo dei limoni e il whisky. Togliete dal fuoco e invasate nei barattoli bollenti che avrete lavato con cura e sterilizzato in forno a circa 100° per una ventina di minuti, chiudete con il coperchio e capovolgete il barattolo a testa in giù fino a sentire il ‘toc’ del sottovuoto.
Regalatela, regalatela, regalatela! Non è perchè l’ho fatta io…ma è veramente buona!
Alla prossima ,
con tante novità,
la vostra
Pippi (assolata)
;-)
sabato 12 febbraio 2011
Molisane: "Caveciune della Vendemmia"
2 uova
2 cucchiai di zucchero
vino bianco q. b.
marmellata di uva nera a piacere
gherigli di noci a piacere
100 g di cioccolato fondente
q. b. di olio per friggere
zucchero a velo per spolverizzare
Versate la farina sulla spianatoia, fate la fontana ed in essa battete le uova con lo zucchero, incorporandole pian piano alla farina, quindi cominciate ad impastare aggiungendo il vino, fino ad ottenere un composto liscio e consistente.
Avvolgete la "panetta" ottenuta con un tovagliolo pulito e lasciatela riposare per circa 30 minuti. Intanto preparate il ripieno: in una ciotola mescolate la marmellata con i gherigli di noce triturati grossolanamente ed il cioccolato a piccoli pezzi ed amalgamate bene.
Sulla spianatoia, con il matterello infarinato, stendete la "panetta" in una sfoglia non molto sottile e tagliatela in tanti dischi del diametro di 7 – 8 centimetri. In ognuno disponete una noce di ripieno, ripiegatelo su se stesso, chiudendolo bene lungo il bordo con i rebbi di una forchetta o con le dita.
Quando avrete esaurito tutti gli ingredienti, friggete i "Caveciune" in abbondante olio e, appena dorati, sgocciolateli e fateli asciugare su un foglio di carta da cucina e spolverizzateli con
zucchero a velo.
I "Caveciune della vendemmia" sono tipici di Larino, dove si preparano la seconda domenica di Ottobre, in occasione della "Sagra di San Pardo della vendemmia".
http://www.moliseturismo.eu
venerdì 11 febbraio 2011
Le Ricette Molisane: Salsa Scapolese
2 peperoni sottaceto
100 g di gherigli di noci
2,5 dl di aceto di vino bianco
2 foglie di lauro
alcune foglioline di menta
4 mele limoncelle
75 g di uvetta passita
un'arancia non trattata
un cucchiaio colmo di miele
100 g di mollica di pane casereccio raffermo
q. b. di sale
Lavate le zucchine, asciugatele e tagliatele a rondelle. Eliminate il picciolo ed i semi dei peperoni, tagliateli a fette e metteteli in una ciotola, coperti di acqua, con l'accortezza di rinnovarla spesso. Quando avranno perso il forte sapore di aceto, tagliateli a fette.
Ponete sul fuoco una padella con l'olio, portatelo alla giusta temperatura e friggetevi le zucchine, a calore moderato. Estraetele dall'olio con un mestolo forato, fatele asciugare su un foglio di carta assorbente da cucina ed insaporitele di sale.
Friggere i peperoni, che devono rimanere ben sodi, a fuoco vivace; appena cotti, sgocciolateli, salateli e fateli asciugare su un foglio di carta da cucina.
Mettete le zucchine in una padella, aggiungete una spruzzata di aceto e fatele aromatizzare, a fuoco lento, mescolando delicatamente. Unite i peperoni e fate insaporire tutto insieme, a fuoco vivace, per evitare che questi ammollino.
Abbassate la fiamma, aggiungete le foglie di menta e di lauro, le mele tagliate a fette sottili e, in sequenza, i gherigli di noce tritati finemente, l'uvetta e il miele.
Togliete le foglie di alloro, aggiustate di aceto e di sale, se necessario, quindi togliete dal fuoco e unite, mescolando delicatamente, le bucce di arance tritate finemente.
Versate il composto in una "spasa", badando che lo spessore non superi i 4 centimetri, cospargetelo di mollica di pane sbriciolata finemente e conservatelo in luogo fresco, avendo l'accortezza di irrorare con una spruzzata di aceto il pane qualora diventi secco.
"La salsa scapolese" deve essere preparata cinque o sei giorni prima del suo utilizzo, in modo che i vari sapori si integrino.
" Piatto di mezzo, tipico della cucina scapolese, legato alle festività in cui era data la possibilità di poter mangiare in abbondanza, serviva da stimolo per l'assunzione di successive portate. Nasce con il simbolismo dei suoi ricchi ingredienti, tutti locali, conservati a questo scopo, come rito propiziatorio al benessere e alla ricchezza"
Un tempo, "La salsa" era preparata con le zucchine essiccate: nel periodo estivo le zucchine di una certa grandezza venivano svuotate dei semi e dei filamenti, tagliate a rondelle dello spessore di circa un centimetro ed infilate con uno spago. La "scerta" veniva appesa al sole, fino a quando le zucchine, ben essiccate, venivano conservate in luogo asciutto per inverno.
http://www.moliseturismo.eu/web/turismo/turismo.nsf/0/A37EA42B2E01930EC12575D8002BD48C?OpenDocument
giovedì 10 febbraio 2011
Zabaione alle fragoline di bosco
300 gr di fragoline di bosco,
180 gocce di Dietor liquido (circa due cucchiai),
4 uova,
1 bicchiere di vino bianco secco,
2 cucchiai di maizena,
100 gr di panna montata,
aroma vanillina q.b.
Dopo aver mondato le fragoline, farle macerare con 1/2 bicchiere di vino, 100 gocce di Dietor. Mescolare energicamente i tuorli, il restante Dietor ed il vino con la maizena.
Cuocete il tutto a bagno maria sino ad ottenere un composto liquido cremoso.
Raffreddare ed unire gli albumi montate a neve, la panna e le fragoline, che avrete macerato, ben scolate. Mettete nelle coppette e servite freddo.
http://www.dietor.it/
mercoledì 9 febbraio 2011
Le Ricette Molisane: "Graviuole" con ragù di cinghiale
q. b. di vino rosso
un mazzetto guarnito (prezzemolo salvia rosmarino nipitella)
una cipolla
un dl di olio di oliva
una fetta di lardo di prosciutto
un litro di passata di pomodori
400 g di semola di grano duro
4 uova
500 g di ricotta di pecora
un odore di noce moscata
q. b. di sale
Tagliate il cinghiale a pezzi, aggiungete il mazzetto guarnito e mettetelo a marinare per 12 ore in una capace ciotola, coperto con il vino, avendo l'accortezza di rigirarlo di tanto in tanto.
Trascorso questo tempo, sgocciolate i pezzi di carne e preparate il ragù: versate l'olio in una "tiella" di terracotta e fatevi soffriggere, dolcemente, un battuto di lardo cipolla e prezzemolo, unite la carne e fatela rosolare a fuoco vivace.
Sfumate con il vino della marinata e, appena sarà evaporato, aggiungete la passata di pomodori. Salate e fate cuocere a fuoco lento il ragù.
Per i "Graviuole", versate la farina sulla spianatoia, nella fontana battete le uova con l'olio ed un pizzico di sale, incorporatele alla farina ed ammassate a lungo il composto, fino a renderlo liscio ed elastico.
Stendete il panetto ottenuto in due sfoglie molto sottili: sulla prima disponete il ripieno, preparato semplicemente con ricotta amalgamata ad un pizzico di sale e ad una spolverata di noce moscata, formando tanti mucchietti ben distanziati tra loro.
Coprite con l'altra sfoglia, premete i bordi con la punta delle dita quindi, con la rotella dentata, ritagliate i "Graviuole", allargateli sulla spianatoia e fateli asciugare.
Ponete sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata e, appena bolle, lessatevi i "Graviuole"; scolateli delicatamente, versateli in una "spasa" abbastanza larga e conditeli con abbondante ragù e pecorino.
Con il "Ragù di cinghiale", potete condire i "Cuzzetielle", della lunghezza di un centimetro e mezzo, cavati con la punta del dito medio.
http://www.moliseturismo.eu/web/turismo/turismo.nsf/0/A37EA42B2E01930EC12575D8002BD48C?OpenDocument
martedì 8 febbraio 2011
Le Ricette Molisane: Zuppa di Farro
400 g di farro ben cotto
300 g di pomodori maturi
cotenna di maiale a piacere
una fetta di guanciale
0,5 dl di olio di oliva extravergine
uno spicchio di aglio
una cipolla
un ciuffo di prezzemolo, basilico e maggiorana
formaggio pecorino grattugiato a piacere
q. b. di sale
Versate l'olio in un tegame e fatevi dorare dolcemente un soffritto di aglio cipolla e guanciale a piccoli pezzi.
Aggiungete i pomodori lavati pelati e sfilettati, insaporite con prezzemolo basilico e maggiorana spezzettati e fate cuocere.
Intanto, pulite le cotenne e fatele cuocere in abbondante acqua salata, quindi, tagliatele a striscioline, unitele con un po' della loro acqua di cottura al sugo di pomodori e fate bollire per una ventina di minuti.
Aggiungete il farro, aggiustate di sale e fate insaporire tutto insieme per alcuni minuti, quindi portate in tavola la zuppa, spolverizzata da un'abbondante pioggia di pecorino.
Il 19 ed il 20 Agosto, a Fossalto, in contrada Campofreddo, si svolge la "Sagra del farro", con due serate di degustazione di piatti a base di tale cereale.
http://www.moliseturismo.eu/web/turismo/turismo.nsf/0/A37EA42B2E01930EC12575D8002BD48C?OpenDocument
lunedì 7 febbraio 2011
Torta al cioccolato
4 tuorli,
4 albumi montati a neve,
200 gr cioccolato fondente,
180 gocce di Dietor liquido (circa due cucchiai),
2 cucchiai di fecola rasi,
1/2 busta lievito in polvere,
50 gr di burro.
Sciogliere il cioccolato a bagno maria con burro, unire i tuorli, il Dietor liquido, la fecola il lievito e gli albumi amalgamando bene il tutto.
Deporre il composto ottenuto in teglia imburrata e leggermente infarinata.
Cuocere a forno ventilato a 160° per 20 minuti.
http://www.dietor.it/
domenica 6 febbraio 2011
mezzogiorno...
...dai dai dai è mezzogiorno ed è ancora tutto in alto mare.
Chi fa da mangiare? Tu? Forza allora imbastisci qualcosa che piaccia a tutti e soprattutto sii veloce! Che so? Una bella spaghettata ma non con il solito sugo...ecco sì, una carbonara.
Qui le uova, la pentola, il sale. Io taglio la pancetta e la cucino un po'. Fai il resto.
Prima che bolla l'acqua facciamo in tempo a preparare il tavolo.
Gallinelle...tovaglia adatta e i bicchieri della coca. Mezzogiorno un'altra festa, tutti seduti ...si mangia!
sabato 5 febbraio 2011
Amaretti al cocco
110 gocce Dietor liquido (ca.un cucchiaio abbondante),
2 albumi montati a neve,
aroma vanillina q.b.,
180gr di farina di cocco.
Scaldate il Dietor liquido in un pentolino a fuoco basso, mescolare gli albumi e il Dietor liquido caldo fino ad ottenere una crema lucida e corposa. Unire la farina di cocco e la vanillina.
Con l'aiuto di un cucchiaino allineare formando delle palline su una teglia imburrata.
Cuocete a 170° in forno ventilato sino a quando risulteranno croccanti.
www.dietor.it
venerdì 4 febbraio 2011
Migliorare l'inglese divertendosi
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