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Come la chiamate voi quella cosa che vi entra dagli occhi e arriva, attraverso la gola ‘arsa’, fino al cuore facendolo sobbalzare? Che poi dal petto scende ancor più giù, fino allo stomaco ‘chiudendolo’ come in una morsa? Come la chiamate voi quella ‘cosa’ che poi sguscia di nuovo fuori attraverso gli occhi rendendoli a volte lucidi di gioia, a volte di delusione?
Io non so dargli un nome.
So solo che a tratti non mi piace. Mi rende troppo vulnerabile e insinua dentro di me aspettative non realistiche di cui adesso non ho proprio bisogno, come quando aspetti invano una mano tesa, senza capire che chi non è capace di starti vicino nei momenti bui, non merita di starti vicino mai.
A volte basta un piccolo gesto, niente di eclatante.
Per fortuna ho le amiche, amiche di sempre, amiche nuove, amiche ritrovate.
Ieri sera, sedute attorno al tavolo di marmo in quel piccolo ristorantino rumoroso, le guardavo come rapita: parlavano, ridevano, gesticolavano, come solo le donne sanno fare. Guardavo i loro occhi… occhi grandi e profondi ma oggi gonfi di lacrime trattenute per un amore finito da poco, occhi languidi e splendenti per un amore appena cominciato e così pieno di promesse, occhi sereni e placidi per un amore solido che ‘conoscono’ da molto tempo, occhi vivaci e acuti che hanno superato dolori importanti conquistando una lucentezza rinnovata. E poi c’ero io….. che mangiavo una polpetta enorme, morbida, consolatrice.
Io che guardavo queste donne per come sono ‘belle’, queste donne così diverse tra loro ma così squisitamente simili nella loro capacità di amare con infinita tenerezza e di struggersi l’una per l’altra, queste donne sempre pronte a risalire la china mettendosi in gioco in tutto e per tutto.
Mi sono accorta che avevo proprio bisogno di loro, della loro mano tesa che ho afferrato al volo e ho stretto forte, forte, nella mia…..
Grazie :-)
Ci vuole una cosa dolce stasera.
Ho aperto ancora una volta il libro delle meraviglie “Cakes Dolci e Salati” di Ilona Chovancova – Guido Tommasi Editore.
Ingredienti:
180 gr farina di segale
3 uova
100 gr di zucchero di canna
150 gr di burro fuso
4 cucchiai abbondanti di marmellata di arance
1 manciata di noci tritate
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Procedimento:
1) in una ciotola sbattete le uova con un pizzico di sale e lo zucchero di canna fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
2) aggiungete la farina setacciata, il burro fuso raffreddato e le noci tritate continuando a mescolare con una frusta.
3) Aggiungete la marmellata e il lievito per dolci e riempite uno stampo da plum cake imburrato e infarinato.
4) infornate a forno caldo a 180° per circa 30 minuti.
E’ un cake particolarmente profumato, con quel binomio tra farina di segale e marmellata di arance che conquista subito.
Non è particolarmente dolce ma morbido e umido al punto giusto che si lascia mangiare piacevolmente.
E’ stato un week end intenso perchè fatto di tante cose molto diverse tra loro: di una fermata del treno persa perchè troppo intenta a chiacchierare con la mia compagna di viaggio…..(scusami ancora Luigi per avermi dovuto rincorrere tra le colline aretine), di un pomeriggio trascorso in piacevole compagnia di ‘amici’ per i quali ho cucinato divertendomi (grazie), di una serata ‘densa’ di tutto, compresa la premiazione del vincitore del Festival di Sanremo, di una passeggiata, stamattina, in solitaria, tra le vie del centro di Arezzo, fresca e rigenerante….dove ho ‘scoperto’ che la sincerità e non la vaghezza sono le cose di cui ho bisogno, di una cioccolata calda profumata all’arancia per volermi un pò più bene del solito, di un viaggio di ritorno in treno in cui, come in un film a ritroso, ho rivisto tutte queste cose e tante, tante altre, accadute in questi ultimi, stranissimi dieci giorni.
Un abbraccio a chi mi segue
a chi sente di volermi bene
e a chi, ancora, non sa cosa pensare di me
:-)
Alla prossima
la vostra
Pippi
:-)
1 commento:
Pippi ma che bello questo pane! Mi attrae tanto. Devo procurarmi un po di ingredienti e via lo faccio! Che dici se tolgo un po di zucchero?
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