Da Viaggio nell'entroterra di Stevenson : "Tra tutti i profumi del mondo, quello di un grande bosco è sicuramente il più dolce e vigoroso; il mare ha invece un odore penetrante, intenso, che ti prende le narici come il tabacco, e risveglia nella mente l'immagine del mare aperto e di grandi navi; mentre il profumo di una foresta, che si avvicina moltissimo a quello or ora descritto per la sua qualità tonificante, è di gran lunga più delicato. Inoltre l'odore del mare ha poche sfumature; il profumo della foresta è invece determinato da infinite componenti; cambia col passare delle ore, e non semplicemente nell'intensità ma anche nel carattere; e tutte le specie di alberi, attraversando il bosco da una parte all'altra, sembrano vivere tra differenti tipi di atmosfere.di solito predomina l'odore della resina degli abeti sebbene alcuni siano più leziosi nei loro ambienti; e la brezza della foresta di Mormal, così come ci giunse a bordo delle canoe quel piovoso pomeriggio, profumava di rosa selvatica."
Sono moltissimi gli scrittori-viaggiatori che , quasi certamente l'uno all'insaputa degli altri, hanno detto che per "capire" un paese basta annusarlo. Fra gli italiani Vincenzo Cardarelli, il poeta sfortunato che scrisse bellissime pagine di viaggio sull'Italia; Eugenio Montale che amava muoversi poco; Carlo Emilio Gadda che fu un altro sedentario eccellente; Giorgio Manganelli che del suo resoconto di viaggio in India fa quasi un trattato sugli odori. Come scrisse Robert Byron, il grande autore de "Via per Oxiana", "Il viaggiatore è uno schiavo dei propri sensi; la sua presa su un fatto può essere completa solamente quando è rafforzata dalla prova sensoriale. Egli può conoscere davvero il mondo soltanto quando lo vede, lo sente e lo annusa".
L.D.
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